giovedì, marzo 24, 2011

For Tomorrow.

Di questa stagione, come sempre d'altronde, Venezia è molto ventosa. La brezza che soffia dal mare ti scompiglia i capelli e ti costringe a mettere il cappuccio, facendoti assomigliare ad un esploratore pronto a sfidare i ghiacci dell'Artico. Ma non c'è traccia di ghiaccio nei tuoi occhi che racchiudono tutti i colori di un autunno ormai finito, che ha ceduto il passo ad un gelido inverno e ad una primavera imminente. Un autunno in cui ancora non ci conoscevamo, in cui dubitavo tanto degli altri ma in primo luogo di me stessa: eppure un giorno sei arrivato, sei entrato nel bar universitario col tuo passo deciso ed il tuo sorriso smagliante. Ricordo ancora le parole del tuo -e mio- amico: "aspettiamo un po' che arriva il mio amico A., e poi andiamo a pranzo tutti insieme". E tu che imperterrito continuavi ad elogiare Milito, e io che ti ripetevo che in ceco "to je mi lìto" significa 'mi dispiace' e tu nemmeno volevi crederci: chi l'avrebbe mai detto che mi sarei innamorata di te in maniera così lenta ma inesorabile, come lentamente scorre l'acqua nei canali.