Di questa stagione, come sempre d'altronde, Venezia è molto ventosa. La brezza che soffia dal mare ti scompiglia i capelli e ti costringe a mettere il cappuccio, facendoti assomigliare ad un esploratore pronto a sfidare i ghiacci dell'Artico. Ma non c'è traccia di ghiaccio nei tuoi occhi che racchiudono tutti i colori di un autunno ormai finito, che ha ceduto il passo ad un gelido inverno e ad una primavera imminente. Un autunno in cui ancora non ci conoscevamo, in cui dubitavo tanto degli altri ma in primo luogo di me stessa: eppure un giorno sei arrivato, sei entrato nel bar universitario col tuo passo deciso ed il tuo sorriso smagliante. Ricordo ancora le parole del tuo -e mio- amico: "aspettiamo un po' che arriva il mio amico A., e poi andiamo a pranzo tutti insieme". E tu che imperterrito continuavi ad elogiare Milito, e io che ti ripetevo che in ceco "to je mi lìto" significa 'mi dispiace' e tu nemmeno volevi crederci: chi l'avrebbe mai detto che mi sarei innamorata di te in maniera così lenta ma inesorabile, come lentamente scorre l'acqua nei canali.
persino Pan si direbbe vinto, a giudizio di Arcadia.
giovedì, marzo 24, 2011
mercoledì, marzo 16, 2011
Selfish Jean.
Ma dimmi, sono io che pecco, o è lui?
Sono io che rovino qualcosa che hai costruito lottando, che credi solido come la roccia, o è lui che mi cerca con quelle sue mani grandi, dure, da musicista, appena dopo che se n'è andato da te?
Sono io che gli accarezzo i capelli sospirando o è lui che irrompe nella mia tranquillità come un fiume che straripa e distrugge gli argini? Sono io che mento o è lui che ti nasconde due anni di verità?
mercoledì, marzo 09, 2011
The Sound Of Silence.
In quella fredda mattina di metà febbraio, col cielo plumbeo e l'umidità che si insinuava nelle ossa, quando la pioggia cadeva fine sul mio volto assonnato e l'acqua dei canali veniva increspata da altra acqua, e da altra acqua ancora.
Ho reimparato ad amare la vita.
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