Quando infuria la bufera e ti senti intrappolato dall'acqua. Acqua da tutte le parti: scende dal cielo e sale da terra.
Quando passare il ponte delle Guglie diventa una fatica, altro che Everest.
Quando il vento ti solleva e ti fa fare tutto Calatrava col culo.
Quando arrivi trafelato a lezione e, a due metri dall'ingresso dell'università, ti rendi conto che hai sbagliato sede: la lezione importantissima, quella che non potevi assolutamente perdere, quella per cui ti sei alzato due ore prima del solito è alle Zattere. Ovvero, dall'altra parte dell'isola.
Quando alle cinque del mattino parte l'allarme antiaereo e tu, che sei rientrato alle tre ed hai lezione alle nove, gradiresti solo dormire.
Qaundo ogni giorni ti fai minimo, minimo, quaranta minuti a piedi.
Quando vedi militari e polizia tutti i giorni, quando ti prendono a manganellate se protesti. Quando ti squadrano tutti i giorni, perchè sono sempre lì. L'unica volta in cui non ci sono è quando hai 25 kg di valigia e 10 di borsone, e devi fare tre ponti. E piove.
Quando la sera prima ti sei messo a posto i capelli con più cura del solito, e la mattina in camera sembrano quasi perfetti. Solo che le tue illusioni crollano appena ti informano che è previsto il 100% di umidità.
Quando prendi il vaporetto 'per fare più in fretta', e ci metti mezz'ora a fare quel tratto che, a piedi, avresti fatto in dieci minuti.
Quando torni a casa e i tuoi amici non ti capiscono più.
Quando in biblioteca si sente solo il cigolio dei tuoi stivali.
Quando ti fanno domande in ceco e rispondi in russo.
Quando ti fanno domande in russo e rispondi in tedesco.
Quando ti fanno domande in serbo e rispondi in francese.
Quando ti fanno domande in inglese e rispondi in ceco.
Quando ti fanno domande nella tua lingua madre, e ci metti quei dieci minuti a rispondere perchè hai in testa quarantamila costruzioni di grammatiche diverse dalla tua.
Quando esci il mercoledì sera in campo e ti mollano in mano due litri di vino rosso in una bottiglia di San Benedetto frizzante, e ti ammoniscono: se non la finisci non torni a casa.
Quando esci da tre ore di russo ed è spritz obbligatorio.
Quando dal terrazzino alla sera vedi tutta la fondamenta e ti sembra di stare in un quadro di Monet.
Quando leggi i papiri per strada e ti immagini come sarà il tuo.
Quando sai che il mercoledì sera esci, ma non sai se torni.
Quando hai preso la R veneziana e no, non se ne va.
Quando torni in terrafrerma e gli amici ti dicono 'smettila di parlare veneto', quando torni in laguna e gli amici ti dicono 'smettila di parlare lombardo'.
Quando testi il gin di tutti i bar della fondamenta.
Quando nei pomeriggi d'autunno il ghetto sembra la Firenze degli anni venti.
Quando vai a Padova e non ti ricordi più come si evitano le macchine.
Quando il motto delle tue serate è "ciò che succede a Venezia rimane a Venezia".
Quando passi le ore a tavola con le tue coinquiline a parlare di sesso e dei tuoi ex.
Quando incontri in campo 'l'uomo della tua vita'. Che ovviamente cambia ogni sera.
Quando, dopo aver chiesto al barista se lì trasmettono il Sei Nazioni, ti senti rispondere: "Si, e farò in modo di lavorare quelle sere così rivedrò te e il tuo sorriso, che è il più bello del mondo".
Quando provi sulla tua pelle e comprendi appieno perchè il Casanova può essere solo ed esclusivamente un Veneziano.
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