Varese è la città delle curve. Lo dicevano in tanti ma alla fine nessuno ci credeva, una fredda cittadina di provincia non può di certo essere paragonata a grandi metropoli. Ma quella gelida fredda sera di novembre ci ha aperto gli occhi, le tue mani sul volante e la tua voce che mi accarezzava i capelli, la pancia, le gambe. Quella sera in cui il rossetto rosso era abbinato al cappotto rosso e alle scarpe rosse, e tutto ciò risaltava sui miei capelli ormai tornati neri. Capelli, capelli, capelli. La verità è che quella sera parlavamo di musica quando avremmo voluto farci ben altre domande, tu guardavi la strada con la coda dell'occhio perchè eri impegnato, immerso nei tuoi pensieri da uomo con la mani ben curate ed un sorriso smagliante nonostante le camel sul sedile posteriore. La verità è che i ricordi affiorano quando meno ce l'aspettiamo, ma quella curva improvvisa ci ha, come dire, spiazzati. E il lago di sera, le luci che vi si riflettono e il cielo sereno e freddo ci ha ispirato momenti di gioia inaudita.
La stessa autostrada, ma ieri mattina. La neve sulle cime degli alberi spogli, i campi bianchi, i pochi tetti. Tutto questo è ciò che cerchiamo, che vogliamo, che desideriamo, che ci è dovuto. Nessuna metropolitana, nessun sole caldo a febbraio, solo una sigaretta e questo cielo.